venerdì 29 giugno 2007

Rassegna Stampa Gli Invisibili

Leggi la rassegna stampa de Gli Invisibili

http://www.babylonbus.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=378622
(da Babylonbus)
http://www.boxshow.it/pageview2.php?i=2134&sl=1
(da Box Show)
http://www.zabriskiepoint.net/node/3623
(da Zabriskie Point)
http://news.cinecitta.com/dossier/articolo.asp?id=6343
(da Cinecittà news)
http://www.film.it/articoli/2007/07/02/il-non-cinema-italiano.1372927.php?ppid=1372941
(da film.it)
http://www.nonsolocinema.com/nsc_articolo.php3?id_article=7205
(da Non solo cinema)
http://www.cinemavvenire.it/articoli.asp?IDartic=6162
(da Cinemavvenire.it)

UFFICIO STAMPA
COMUNICATO STAMPA PESARO 2007

Mostra Internazionale del Nuovo Cinema / Pesaro FilmFest
Pesaro, 24 giugno-2 luglio 2007


SABATO 30 GIUGNO - h 16.45 - TEATRO SPERIMENTALE
GLI INVISIBILI
A seguire, incontro con gli autori:
Christian Carmosino, Enrico Carocci, Pierpaolo De Sanctis e Francesco Del Grosso
Parteciperanno, tra gli altri: Vito Zagarrio (curatore dell’Evento Speciale del 2006 “La meglio gioventù”), Andrea Adriatico (regista di “Il vento di sera”, visto l’anno scorso qui a Pesaro per l’Evento “La meglio gioventù; ha ultimato l’edizione de “L’amore assente”, in predicato per Locarno e Venezia; sta preparando uno spettacolo teatrale per La Biennale Teatro), Adrienne Mancia, Cecilia Dazzi, Lidia Ravera, Mimmo Calopresti, Michele Anselmi , membri della giuria Concorso Pesaro Nuovo Cinema - Premio Lino Miccichè.
Gli invisibili è un documentario girato durante l’Evento speciale della Mostra di Pesaro 2006 “La meglio gioventù”, dedicato agli esordienti del cinema italiano dall’inizio del nuovo millennio. Il film dà quindi la parola ai molti intervenuti alla kermesse pesarese, esponenti di una nuovissima generazione del cinema italiano che sta facendo molto parlare di sé, anche se i suoi prodotti non sono difesi adeguatamente sul mercato, e a volte non riescono neanche a uscire (da qui il titolo, forse un po’ pessimista, de Gli invisibili). Ad esempio, vengono intervistati Pietro Reggiani e Roberto Dordit, autori di due film all’epoca non ancora usciti (L’estate di mio fratello, che è stato distribuito grazie a uno sforzo di tipo cooperativo, e Apnea, che è uscito successivamente con qualche successo), e Valentina Carnelutti, attrice del film di Vittorio Moroni Tu devi essere il lupo (uscito grazie al meccanismo distributivo atipico e indipendente della “Myself”).
Risulta effettivamente un quadro piuttosto fosco degli apparati produttivi e distributivo della nostra fatiscente “industria”, ma viene fuori anche il quadro di una leva interessantissima di cineasti: tra i tanti Daniele Vicari, Kim Rossi Stuart, Andrea Adriatico, Francesco Munzi, Alex Infascelli, Alessandro Piva, Alessandro Valori, Luca Guadagnino, Serafino Murri, Michelangelo Frammartino, Costanza Quatriglio, Carola Spadoni, Giovanna Taviani, Federico Greco, Eros Puglielli, Antonio Bocola, Stefano Mordini, Luca Lucini, David Ballerini, Vincenzo Marra, Fabiana Sargentini, Catherine McGilvray ed i già citati Dordit e Reggiani, ecc. (senza contare i “fuori quota”, esordienti eccellenti come Franco Battiato). Registi che danno voce a una tendenza e a un movimento.
Non è un caso che a pochi mesi di distanza dall’evento pescarese sia esploso il movimento dei “Centoautori”, molti dei quali sono proprio i protagonisti della generazione più giovane.
Vari i temi che emergono dal film, prodotto dalla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (direttore Giovanni Spagnoletti) e dal Dipartimento Spettacolo dell’Università Roma Tre (direttore Giorgio De Vincenti): l’irruzione dei generi - al di là della commedia - (il noir, il film bellico, l’horror, la fantascienza, vedi Valori, Infascelli, Puglielli), la presenza del gender (le molte donne cineaste, da Spadoni a Quatriglio a Taviani, ma anche il tema del femminile), un certo immaginario comune (verificabile nelle molte clips che il documentario presenta, a volte con arditi accostamenti di montaggio), una comune rivendicazione di autonomia rispetto alle generazioni del passato.
Gli invisibili è dunque il manifesto di un New-New Italian Cinema che ha una sua “visibilità” nei festival e in qualche fortunato caso produttivo, ma che ha bisogno di essere legittimato in casa. Nemo profeta in patria.

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